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Assunzione della Vergine

1593, olio su tela, 300x190 cm

 

Lavinia Fontana

(Bologna 1552-Roma 1614)

 

 

L’opera fu realizzata nel 1593 per la cappella del cardinale Gabriele Paleotti (oggi cappella delle reliquie), all’interno della cattedrale di San Pietro a Bologna. Era la prima volta che una donna affrontava la pala d’altare nell’Europa cattolica.

Portata a Pieve nel 1748 dalla marchesa di origine centese Elisabetta Bentivogli Coltelli Paleotti Magnani, come testimoniato da una lettera indirizzata dal pievese Felice Crescimbeni al padre oratoriano di origini pievesi Giovambattista Melloni, fu collocata nella cappella Bentivoglio Coltelli della chiesa del convento francescano di San Francesco al Reno, fondato nel 1452 in prossimità del fiume Reno, a metà strada fra Cento e Pieve.  

Con la soppressione nel 1797 del complesso monastico, poi raso al suolo, il dipinto fu trasferito sull’altare del Santissimo Sacramento della collegiata.

All’epoca della sua esecuzione, molte opere di Lavinia erano già presenti a Roma ed è strano che la firma, inspiegabilmente abrasa, sia ricomparsa solo in seguito al restauro del 1874 ad opera del pittore pievese Luigi Baraldi. La firma e la data, LAVIN. FONT. DE ZAP. FAC. MDXCIII si trovano in basso, ai piedi delle mura, ma per molto tempo la pala fu attribuita ad Elisabetta Sirani.

Lavinia, per questa Assunzione, opera scelte iconografiche molto diverse dal Reni. La Vergine occupa i due terzi della tela e non è più la ragazza giovanissima reniana, bensì una donna matura, anziana: Paleotti, infatti, committente dell’opera, aveva stabilito con l’aiuto di storici dell’Università di Bologna che Maria era morta a circa sessant’anni. Lavinia la interpreta con la propria sensibilità femminile, dipingendola come una mamma accompagnata (e non sospinta) da un corteo di angeli-bambini di grande tenerezza formale ispirata al Correggio, con le braccia aperte: vive l’assunzione in cielo in conformità col pensiero francescano, secondo cui Maria ascende anche per propri meriti.

In basso, la città di Bologna, con le sue torri e le sue mura, e il paesaggio davanti alla veduta urbana descritto con minuzia fiamminga.

 

L’altare è opera in scagliola del 1878.

 

 

 

Litania a cura di Mons. Giuseppe Stanzani

 

Maria è assunta in cielo indica che tutti vi saliremo. Accompagnata dagli angeli poiché anche per noi si realizzerà: il bene fatto, non andrà perduto.

“Alla sera della vita ciò che conta è avere amato”