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COLLEGIATA DI SANTA MARIA MAGGIORE:

EDIFICIO E FACCIATA

 

La chiesa attuale è quella che si suppone essere il quarto edificio dalla fondazione della pieve.

Il 17 febbraio 1702 il Comune di Pieve stipulò con Giuseppe e Silvestro Campiotti, architetti di Modena, il contratto di demolizione della chiesa vecchia, di cui rimane l’abside a pianta semidecagonale in stile gotico ancora visibile all’esterno, e di costruzione dell’attuale.

La chiesa è costruita in laterizio intonacato, su pianta a croce latina, con cupola sulla crociera.

La scossa di terremoto delle ore 9 del 29 maggio 2012 ha provocato ingenti danni alla chiesa, determinando il crollo di gran parte della cupola muraria sormontata da una lanterna, sempre di muratura, e di dimensioni tali che la caduta, fortunatamente in assenza di persone, ha causato una sorta di penetrazione nel pavimento del presbiterio. Per le funzioni religiose è stata allestita una chiesa provvisoria nel cortile della canonica. La ricostruzione delle parti crollate e il consolidamento dell’edificio hanno consentito di riaprire la collegiata al culto il 25 novembre 2018.

La facciata è a due ordini, ripartita da lesene.

In alto compaiono la P, iniziale di Pieve, e un finestrone che permette l’entrata della luce per tutta la navata. Ai lati, le statue di San Fabiano papa (morto nel 250) a sinistra e a destra di San Sebastiano, il giovane cavaliere segretamente cristiano che fu trafitto dai suoi arcieri quando fu scoperto.

Al centro della facciata è una formella ottagonale con un bassorilievo dell’Assunta.

Nel primo ordine, da sinistra, troviamo: l’evangelista Luca con un cartiglio con il versetto del Magnificat Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente; San Rocco, titolare della compagnia dei Santi Rocco e Sebastiano e co-patrono di Pieve, nella classica iconografia di pellegrino: bastone, mantello e ai piedi il cane che, secondo la leggenda, gli portava il cibo durante la malattia; la statua del profeta Isaia e un cartiglio con la profezia sulla venuta di Gesù Spunterà un germoglio dalla stirpe di Iesse; San Giuseppe, patrono della comunità civile e religiosa con il bastone fiorito, segno, secondo la tradizione, che era proprio lui lo sposo prescelto per Maria.

Le sei statue e il bassorilievo provengono dal laboratorio dei Guidottini di Verona e arrivarono a Pieve per via d’acqua nel 1708.