Carità: Conferenza di San Vincenzo


Per contatti interpellare il Parroco, oppure la presidente: sig.ra Rita Taddia Rimondi.
 

 

La Conferenza San Vincenzo all'EXPO: clicca per scaricare il documento

 

Relazione sull'attività svolta nel 2013: clicca per scaricare il documento

 

 


 

La Conferenza di San Vincenzo a Pieve di Cento

A Pieve di Cento per molti anni nell’Asilo L. Campanini sono state presenti le suore della Carità della Famiglia Vincenziana, che assistevano i ragazzi e le ragazze orfani o bisognosi; più tardi l’asilo ospitò la scuola materna, curata dalle suore fino ad alcuni decenni fa.

Anche all’Ospedale dell’Immacolata a Pieve operavano come infermiere le Suore Vincenziane, riconoscibili per il loro cappellone bianco.

La vita religiosa ha influito sulla popolazione che si univa nella Chiesa di S. Chiara alle funzioni quotidiane delle suore. Molto vicina a loro fu Angiolina Melloni (conosciuta come Angiolina "della Tuda", nata nel 1898 e deceduta nel 1985) che ha fondato e condotto la san Vincenzo a Pieve per 60 anni dando un esempio luminoso di vita spesa per i bisognosi.
Angiolina iniziò iscrivendosi con alcune signore di Pieve alla "S. Vincenzo”; con loro si interessava ai problemi dei tanti bisognosi. Angiolina andava al domicilio di tutti visitando i malati (faceva anche le iniezioni), gli anziani, e soprattutto i bambini; riceveva ogni cosa le venisse offerta, prevalentemente generi alimentari e li portava direttamente dove servivano. Ad ogni bambino che nasceva (in ogni famiglia c’erano diversi fratelli) ella portava come piccolo omaggio una "magliettina da sotto" con le maniche lunghe per l’inverno.
Si prodigava con ancor più attenzione per le famiglie dove uno dei figli era in seminario per diventare sacerdote, o missionario. Aveva una predilezione per i sacerdoti che ha aiutato in tutti i modi e sempre con grande ammirazione. Quando le condizioni economiche a Pieve sono migliorate, ha aiutato i missionari in terra di missione fra popolazioni bisognose di annuncio e di aiuto. Sul suo esempio è ancora attuale la necessità di inviare aiuti, ora con adozioni a distanza o in altri modi.

Attualmente a Pieve siamo un gruppo di socie, abbastanza avanti con gli anni e ci attendiamo un ricambio generazionale con l’ingresso di nuovi Soci e Socie che portino nuove energie.
Le entrate della S. Vincenzo provengono dai contributi volontari, liberi e segreti delle socie durante le riunioni mensili, contributi di privati che versano offerte al Parroco destinate alla S. Vincenzo, erogazioni di istituzioni.

La Conferenza svolge un lavoro continuo e silenzioso in favore dei poveri del territorio. Visitiamo principalmente gli anziani a domicilio, gli ammalati ricoverati all’Ospedale di Cento e gli Ospiti della Casa di riposo di Pieve.
I nostri interventi finanziari sono diversi a seconda delle necessità: procuriamo il latte particolare per un neonato, portiamo viveri per impellenti necessità di singoli e famiglie, compriamo medicine a chi non può procurarsele...; le necessità cambiano nel tempo. Al momento sosteniamo anche due adozioni a distanza attraverso sacerdoti missionari, e diamo un contributo per il funzionamento della Casa di prima accoglienza di Pieve gestita dalla Caritas Parrocchiale e intestata ad Angiolina Melloni.
Il nostro impegno principale sono le visite a domicilio degli anziani e dei sofferenti; spesso sono persone autosufficienti ma sfiduciate, che non si sentono più utili e vivono chiuse in casa senza più molte relazioni esterne. La visita di una persona amica può aiutarle a sentirsi ancora importanti.
Dopo aver dato tanto nella loro vita laboriosa, per gli anziani è arrivato il tempo di ricevere attenzioni e cure. I nostri anziani non sono un peso di cui disfarsi appena possibile, sono le nostre radici, di cui andare orgogliosi anche se talvolta perdessero il senno. Sarà necessario attivare tutti gli accorgimenti possibili per farli sentire ancora importanti, e unire tutte le energie del pubblico e dei privati con piena sinergia e disponibilità perché la civiltà di un popolo si misura da come sono trattati gli anziani e i meno fortunati.
 


Breve storia delle “Conferenze di San Vincenzo”

San Vincenzo de Paoli, nato e vissuto in Francia (1581 - 1660), è conosciuto in tutto il mondo perché esercitò la Carità in forma integrale e totale. Non gli bastava fare l'elemosina, era convinto che i poveri, gli ammalati, i carcerati si dovessero cercare, incontrare e amare con tutte le premure perché in essi si trova la persona di Gesù Cristo.
Anche allora i poveri erano disprezzati ed emarginati e vivevano ai margini della società; San Vincenzo si è preso cura di loro per liberarli dalla schiavitù del bisogno. Gli emarginati non erano raggiunti neanche dall’evangelizzazione, cosi oltre a morire di disperazione dopo la morte rischiavano di perdere anche l’anima, che è la sventura più grande. San Vincenzo non poteva sopportare questa grande ingiustizia; organizzò e istruì sacerdoti che divennero missionari nelle campagne. Era convinto che la Chiesa doveva farsi carico dell’istruzione religiosa. Mise mano alle radici della povertà, visitava le famiglie, aiutava, consolava, curava, per togliere la persona dalla schiavitù della necessità e del bisogno, per ridare al povero la sua dignità. Gli emarginati passavano così dalla disperazione e spesso dalla malavita e dal vizio ad una condotta più ordinata e, vedendosi aiutati, superavano i momenti difficili, uscivano dalla povertà e dalla malavita, con notevole vantaggio anche per la società civile.

S. Vincenzo è stato proclamato santo nel 1737 da papa Clemente XII, ed additato come esempio per tutta la cristianità per il suo concetto nuovo di povero e di carità.

Anche grazie a San Vincenzo, pian piano nel tempo anche la mentalità comune è cambiata. È stata riconosciuta la dignità del povero, il suo diritto all’assistenza, fino alla attuale organizzazione sociale delle democrazie evolute.
Le visite suggerite da S. Vincenzo: al domicilio dei poveri, negli ospedali per i sofferenti, nelle carceri per i condannati sono state praticate spontaneamente come opere di carità da volontari.
Circa due secoli dopo il vincenziano beato Federico Ozanam (1813 - 1853), anche lui francese e dedito alla carità secondo lo spirito di S. Vincenzo, organizzò i volontari più assidui in gruppi che si riunivano regolarmente e ad ogni volontario era assegnato un compito: una famiglia da visitare, un malato da seguire.
Questi “incontri” regolari e bene organizzati vennero chiamati “Conferenze”; S. Vincenzo fu ispiratore e protettore, così per tutti sono le Conferenze di S. Vincenzo.
Questo modo di fare carità si diffuse, oltre che in Francia, in molti paesi e anche in Italia. Federico Ozanam viaggiò molto. Venne in Italia, organizzò la Carità in diverse città, aiutò le Conferenze esistenti, ne fondò di nuove.
Tutt’ora tali Conferenze sono diffuse in tutto il mondo, unite ai Sacerdoti che sono gli Assistenti spirituali. Il Beato Ozanam, insieme a Santa Luisa di Marillac, fondò le Suore della Carità ispirandosi al suo "maestro" San Vincenzo.




A cura di Sara Magagna


Per ulteriori informazioni:  www.sanvincenzoitalia.it